Comportamenti sostenibili

Comportamenti sostenibili

La comunicazione generativa per superare il Paradosso della sostenibilitĂ 

La consapevolezza della complessità che caratterizza il nostro ambiente naturale e sociale comporta l’esigenza di un nuovo paradigma di comunicazione e della contemporanea ridefinizione del concetto di sostenibilità (così come di concetti ad esso collegati, tra gli altri quelli di limite e di risorsa, di crescita e di sviluppo). Questo deve andare oltre l’idea tradizionale di persuasione, che non favorisce la libertà e la consapevolezza degli individui e rende debolissima la possibilità da parte loro di mettere in atto comportamenti sostenibili nel senso più ampio: non soltanto, quindi, volti alla tutela dell’ambiente, ma alla realizzazione partecipata di un progetto di società, di cultura, di economia totalmente nuovo, basato su un equilibrio dinamico tra l’uomo e il suo ambiente. La sostenibilità infatti, se è autentica, prevede un ruolo attivo, consapevole e creativo da parte di tutti. Oggi, tuttavia, ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale: all’aumentare delle nostre conoscenze sulla sostenibilità corrispondono comportamenti (individuali e collettivi) sempre più insostenibili. Per superare tale paradosso è necessario abbandonare l’utilizzo del paradigma meccanicistico di comunicazione della sostenibilità e abbracciare quello generativo di comunicazione nella sostenibilità.

La vision del CfGC

Per un approccio complesso alla sostenibilitĂ 

Agire per la sostenibilitĂ  significa ridefinire il rapporto fra micro e macro ambienti. Ne consegue che non ha alcun senso parlare di gestione sostenibile di questo o quel settore, se non in una prospettiva sistemica, adottando, quindi, un approccio complesso.
Adottare un approccio sistemico alla sostenibilità comporta una ridefinizione dei concetti di tempo e di spazio: non è più possibile – ammesso che lo sia mai stato – pensare alla sostenibilità come a una questione riguardante un futuro e un altrove più o meno prossimi. La sostenibilità ha una temporalità e una spazialità totalmente diverse dal passato.
Per questo motivo è necessario analizzare le relazioni che legano i diversi elementi, anche apparentemente lontani nel tempo e nello spazio, e agire su di esse per avviare trasformazioni sull’intero sistema. E questo vale per tutti i livelli che prendiamo in considerazione: l’interconnessione globale tra ecosistemi così come, a piccola scala, la realtà di una singola azienda, nella quale non è possibile considerare e agire separatamente sulle singole parti, pena la perdita di comprensione e controllo sul sistema nel suo complesso.

Limiti vs risorse, crescita vs sviluppo

Il concetto di risorsa deve essere completamente ripensato, e in questo la comunicazione ha un ruolo fondamentale. Le risorse, infatti, non sono soltanto quelle giĂ  date, ma sono anche quelle che si creano nel processo generativo che attiviamo comunicando con gli altri soggetti, viventi e non. Questo significa che, tramite la comunicazione, è possibile agire sull’immaginario individuale e collettivo, generare energie – risorse – o che prima non c’erano o che non erano considerate tali. In questo senso le risorse non sono soggette a limiti, se non alla capacitĂ  umana di creare relazioni inedite e valorizzare i singoli elementi all’interno del sistema in cui e su cui si opera.
Bisogna, dunque, analizzare e studiare bene anche concetti come quello di carrying capacity (capacità di carico), cioè la capacità dell’ambiente di sostenere l’esistenza di un numero limitato di individui, e valutarne il significato alla luce della ridefinizione del concetto stesso di risorsa. Il rischio è quello di mettere sullo stesso piano l’aspetto quantitativo e quello qualitativo. Non meno pericolosa è la diffusa confusione tra crescita e sviluppo: basti ricordare come è stato tradotto in italiano il famoso report del Club di Roma (1972) su The limits to Growth (I limiti dello sviluppo). Se la finitezza della Terra impedisce di pensare ad una crescita (quantitativa) infinita, altrettanto non vale per lo sviluppo, che è un concetto qualitativo.
Il che significa agire ora e qui sul presente, ma per andare oltre l’esistente

La mission della nostra ricerca

Il ruolo dell’Università nella promozione dello sviluppo sostenibile

L’Università gioca un ruolo fondamentale nella promozione dello sviluppo sostenibile, per almeno due ragioni: 1) è il luogo di produzione della conoscenza per eccellenza e 2) è l’ambiente di formazione della futura classe dirigente.

Per questo motivo i ricercatori del CfGC sono da sempre impegnati nell’ambito delle attivitĂ  universitarie volte a comunicare la sostenibilitĂ , sia per quanto riguarda i risultati della ricerca sia a proposito delle iniziative e dei progetti di sensibilizzazione e innovazione. PerchĂ© la comunicazione verso l’esterno dell’UniversitĂ  – un’istituzione estremamente complessa la cui comunitĂ  è composta da decine di migliaia di persone tra studenti, docenti e dipendenti – sia efficace, però, è necessario che sia ben strutturata ed efficiente la comunicazione organizzativa interna.

Attivare dinamiche di community building, condividere idee e risultati ottenuti, aggregare competenze provenienti dalle aree più diverse a sostegno di un progetto comune sono tutte attività fondamentali per rafforzare il ruolo di guida che l’Università può assumere nello sviluppo sostenibile del territorio di riferimento (inteso come il territorio fisico di prossimità, ma anche il territorio globale della ricerca e della definizione delle politiche).

Solo così sarà possibile per l’Università farsi promotrice di un rivoluzionario processo di riduzione della distanza tra scientia e usus, contribuendo a superare quello che abbiamo definito Paradosso della sostenibilità.

Dalla persuasione al community building: promuovere i comportamenti sostenibili

Il CfGC applica strategie di comunicazione basate sul paradigma generativo per superare il modello meccanicistico e trasmissivo attualmente dominante. Questo perché i risultati di una comunicazione basata sulla presunzione che le soluzioni siano già date, e che si debba persuadere le persone ad adottarle sono sotto gli occhi di tutti. Al contrario, siamo convinti che la diffusione di comportamenti sostenibili (da parte degli individui, dei gruppi, delle aziende e delle istituzioni) e il superamento del Paradosso della sostenibilità sia possibile soltanto riducendo la frattura diventata estremamente profonda tra la scientia, da un lato, e l’usus, dall’altro.

Tra gli altri, un ambito privilegiato di sperimentazione di questo approccio alla comunicazione nella sostenibilità è quello della diffusione e dell’applicazione delle normative volte a superare l’utilizzo di prodotti nocivi (per l’ambiente e la salute) in agricoltura.

I risultati della ricerca che stiamo conducendo confermano l’idea che sia strategie basate sull’applicazione coatta di divieti calati dall’alto, sia il ricorso alle tecniche di persuasione, non si rivelano efficaci nel diffondere una motivazione intrinseca – e quindi duratura –  all’adozione di comportamenti sostenibili.

Al contrario, strategie basate sul community building, sull’ascolto attivo e sull’assunzione di un ruolo proattivo da parte dei destinatari delle normative, sono gli unici strumenti per garantire una reale e consapevole adesione ad un modo sostenibile (e quindi innovativo) di relazionarsi con la natura, con il resto della comunità e con le generazioni future.