Human touch e processi di automazione
L’azione sociale, economica e culturale dei sistemi d’automazione
La vision del CfGC
Processi d’automazione, società, territorio
L’artificializzazione della realtà, determinata dall’automazione dei processi, è il risultato della stretta relazione che l’uomo ha saputo intessere tra le componenti viventi e non viventi del territorio e il proprio immaginario.
In particolare, durante il XX secolo, i sistemi di automazione si sono imposti diventando determinanti in tutti gli aspetti del quotidiano, sia sul fronte della vita pubblica e professionale che sul piano privato e familiare.
Il modello che dà forma all’organizzazione sociale e allo sviluppo delle macchine, degli automatismi e dell’automazione rappresenta una precisa scelta politica. E se le nuove tecnologie del digitale rispondono ad istanze riferite ad un modello di comunicazione meccanico, finiscono per rafforzare quello stesso modello, a discapito della libertà e della creatività degli individui e delle organizzazioni.
In questo scenario, il ruolo della ricerca è quello di analizzare tale modello e fare in modo che risponda alle reali esigenze politiche, sociali ed economiche della cittadinanza, delle imprese e delle istituzioni.
È per questo che il focus principale della ricerca del CfGC si concentra sulla relazione tra i processi di automazione e l’uomo, il territorio e la società, con l’obiettivo di comprendere quali siano le grammatiche che guidano la progettazione delle tecnologie vecchie, nuove, nuovissime e futuribili.
Il ruolo della comunicazione nella progettazione
Nell’affrontare la sperimentazione legata alle nuove tecnologie, la sociologia della comunicazione svolge un duplice ruolo: da un lato, quello di scienza capace di dialogare con la società, indagando gli impatti e gli effetti che hanno le nuove tecnologie e riportando, successivamente, istanze, bisogni e punti di vista ai progettisti; dall’altro, quello organizzativo, che la porta a animare e coordinare tra loro i progettisti stessi, afferenti a discipline diverse e dotati di approcci, linguaggi, necessità spesso ritenute incompatibili.
La comunicazione, da questa posizione privilegiata, può fornire ai progettisti non solo gli strumenti per verificare la corrispondenza del proprio lavoro con le richieste della committenza (sia essa politica, sociale o privata), ma anche affiancare la fase di progettazione stessa, mettendo in relazione tra loro mondi apparentemente distanti o non comunicanti.
La mission della nostra ricerca
L’automazione che valorizza l’identità del territorio
La mancanza di dialogo tra la cultura umanistica e la cultura tecnico-scientifica provoca una scissione che incide profondamente sulla progettazione dei sistemi e dei processi d’automazione all’interno di un territorio specifico.
Il territorio, infatti, è continuamente trasformato dalle macchine che operano su di esso e da una progettazione che non è più in grado di mettere a sistema le “tre culture” (quella umanistica, quella tecnico scientifica e quella popolare) e, quindi, gli stakeholder che dovrebbero operare su di una realtà specifica. Questo porta a realizzare macchine che non rispondono a precisi bisogni territorializzati ma che spesso, invece, contribuiscono al degrado dello spazio rurale e urbano.
Compito della comunicazione è quello di favorire il dialogo tra chi progetta e chi utilizza le tecnologie e portare alla progettazione di automatismi e macchine che valorizzano la dimensione specifica di un territorio, mantenendo la sua parte più vitale, le sue conoscenze e i suoi saperi.
La comunicazione per progettare la nuova mobilità
La mobilità, oggi, può rivelare una forza mai vista prima per la ridefinizione dei territori urbani e rurali grazie alle nuove tecnologie. Attraverso il loro utilizzo, infatti, è possibile andare oltre l’aspetto fisico, quello che riguarda il commercio e la produzione dei beni alimentari o lo spostamento dei soggetti sul territorio.
Adesso che la mobilità porta sempre più l’uomo ad attraversare i territori, piuttosto che a viverli, come si analizza e, quindi, come si può rafforzare l’identità dei territori rurali?
Nella crisi di sistema che stiamo attraversando – una crisi che coinvolge l’identità stessa dei territori – le nuove tecnologie e la mobilità riscrivono costantemente la relazione tra la cultura di un territorio e il sistema mondiale. In questo scenario, le nuove tecnologie e la loro capacità di mettere in comunicazione, connettere o, viceversa, disconnettere, scollegare, rappresentano un potente strumento per riprogettare e riscrivere l’identità del territorio e con essa la nostra realtà, sia dal punto di vista economico e politico che da quello culturale e sociale.