La realtà che noi pratichiamo, le nostre azioni più quotidiane sono solo apparentemente insignificanti. Dal momento che sono organizzate e gestite da sistemi d’automazione potentissimi e invisibili a tutti noi, prese singolarmente sembrano avere conseguenze assai limitate ma a livello di sistema hanno effetti cumulativi, a cascata, positivi o negativi, a breve, brevissimo oppure a lunghissimo termine.
L’uomo non ha mai avuto tanta forza inconsapevole e a rischio di perdita di controllo, o nel migliore dei casi controllata da gruppi di potere ristretti e poco visibili, comunque non legittimati democraticamente. La storia è piena di calcoli fatti male, ma oggi, nel contesto della società planetaria e nell’era che chiamano Antropocene, un calcolo sbagliato può avere effetti irreversibili, non modificabili: la teoria della complessità lo ha spiegato molto bene. E questo vale per la società tutta come per un’impresa (oggi più che mai da analizzare e interpretare alla stregua di un essere vivente), per ogni tipo di organizzazione. A maggior ragione per la dimensione culturale della nostra vita.
La complessità che governa le nostre vite non deve però essere un limite, un freno all’azione e all’innovazione. Al contrario, è necessario comprenderla per individuare in essa e nella trama di relazioni in cui tutti gli elementi del sistema sono inseriti un immenso patrimonio di risorse ancora tutte da scoprire prima e da valorizzare poi. È per questo che il fulcro di tutti i progetti condotti sulla base della comunicazione generativa è un Oggetto Comunicativo Matrice, un oggetto modesto nell’economia dell’intero sistema ma portatore di grammatiche innovative in grado di attivare processi d’innovazione sull’intero sistema.