Ancora oggi continua a dominare l’idea che l’inserimento e l’uso delle nuove tecnologie sia di per sé innovazione. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che questa visione provvidenzialistica di questi potenti strumenti, e dell’organizzazione ad essi connessa, spesso finisca con il rallentare il progresso culturale, sociale, economico, politico, invece che promuoverlo. Questa situazione sta facendo degenerare l’idea stessa di “risorse”, considerate sempre più meccaniche e quindi finanziarie, monetarie, e sempre meno umane.
La storia dell’Homo Sapiens è segnata da forze di cambiamento potentissime che hanno finito per modificare il mondo in una maniera che i protagonisti di quelle trasformazioni non erano riusciti a prevedere, a immaginare; o addirittura che non volevano. Per questo oggi, possedendo noi strumenti di trasformazione della realtà così potenti e invasivi, abbiamo bisogno, come mai nella nostra Storia, di un giusto equilibrio fra sperimentazione e progettazione, tra produzione della conoscenza (scientia) e sua applicazione (usus). È necessario quindi, avviare una formazione ad una cultura dell’innovazione al passo con i tempi, perché innovazione oggi è prima di tutto Cultura dei processi e dei sistemi generativi.